Salari minimi, ecco i paletti ufficiali fissati dall’Unione Europea
Gli Stati dell’Unione Europea sono tenuti ad adottare tutte le misure necessarie per conformarsi a quanto stabilito dalla direttiva

Finalmente ufficiale, e nero su bianco, la direttiva comunitaria che si propone di migliorare le condizioni di vita e di lavoro nell’Unione Europea e di ottenere l’adeguatezza dei salari minimi. La direttiva entrerà in vigore a metà novembre e gli Stati dell’Unione Europea sono tenuti ad adottare tutte le misure necessarie per conformarsi a quanto stabilito dalla direttiva. Su questo punto, però, va tenuto presente che l’attuazione della direttiva non costituisce un motivo valido per ridurre il livello generale di protezione già offerto ai lavoratori in determinati Stati, in particolare per quanto riguarda la riduzione o l’abolizione dei salari minimi. E, allo stesso tempo, è impregiudicata la prerogativa di uno Stato di applicare o introdurre disposizioni legislative, regolamentari o amministrative più favorevoli ai lavoratori o di promuovere o consentire l’applicazione di contratti collettivi che siano più favorevoli ai lavoratori. In questa ottica, poi, la direttiva dà rilievo alla copertura della contrattazione collettiva, intendendo per tale la percentuale di lavoratori a livello nazionale cui si applica un contratto collettivo, calcolata come rapporto tra il numero di lavoratori coperti da contratti collettivi e il numero di lavoratori le cui condizioni di lavoro possono essere disciplinate da contratti collettivi conformemente al diritto e alle prassi nazionali. E in questa ottica la direttiva impegna gli Stati membri ad adottare una serie di misure al fine di aumentare la copertura della contrattazione collettiva e facilitare l’esercizio del diritto alla contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari. (Direttiva del 19 ottobre 2022 del Parlamento europeo e del Consiglio europeo)