Dichiarazioni mendaci circa il reddito della moglie per ottenere gli assegni familiari: condannato alla restituzione totale

Impossibile sostenere che chi ha dichiarato il falso veda messa a rischio solo quella parte del beneficio che non avrebbe ottenuto con la dichiarazione mendace

Dichiarazioni mendaci circa il reddito della moglie per ottenere gli assegni familiari: condannato alla restituzione totale

Restituzione obbligatoria e completa degli assegni familiari percepiti indebitamente da un uomo per diversi anni grazie a dichiarazioni lacunose e mendaci circa il reddito della moglie. In ballo, nella vicenda in esame, quasi 45.000 euro. I giudici chiariscono che la normativa prevede che qualora emerga la non veridicità del contenuto della dichiarazione, il soggetto decade dai benefici eventualmente conseguenti al provvedimento emanato sulla base della dichiarazione non veritiera. In questa ottica, poi, la sicura valenza sanzionatoria della norma, che è preordinata a censurare l’infedeltà della dichiarazione sostitutiva di certificazione, esclude che se ne possa dare un’interpretazione meno severa e ipotizzare che chi ha dichiarato il falso veda messa a rischio solo quella parte del beneficio che non avrebbe ottenuto con la dichiarazione mendace. Su questo tema i giudici sono netti: si deve privilegiare, invece, un’interpretazione che commini al dichiarante una conseguenza ulteriore e più grave, appunto a titolo di sanzione, rispetto al mero venir meno di quella parte di benefici indebitamente ottenuti. Anche perché l’interpretazione meno severa finirebbe per incentivare le dichiarazioni mendaci, dal momento che il dichiarante infedele, se scoperto, rischierebbe di perdere soltanto ciò che non avrebbe comunque potuto ottenere e, se non scoperto, potrebbe lucrare benefici indebiti. (Ordinanza 22091 del 13 luglio 2022 della Corte di Cassazione)

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