Abilitazione all’insegnamento acquisita in Stati dell’Unione Europea: chiarimenti sul riconoscimento in Italia

Necessario non solo valutare i titoli ma anche confrontare le competenze da essi attestate e quelle richieste in Italia

Abilitazione all’insegnamento acquisita in Stati dell’Unione Europea: chiarimenti sul riconoscimento in Italia

Chiarimenti importanti sulla controversa materia del riconoscimento in Italia, da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’abilitazione all’insegnamento acquisita in Stati membri dell’Unione Europea, con inevitabili conseguenze sul fronte dell’accesso alla professione di insegnante. I giudici richiamano quanto deciso dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea nel luglio del 2021 in una vicenda in cui l’aspirante insegnante aveva maturato la qualificazione professionale necessaria in parte in patria (ed in parte all’estero) e sanciscono che il Ministero dell’Istruzione è tenuto: in primo luogo, ad esaminare l’insieme dei diplomi, dei certificati ed altri titoli, posseduti da ciascun soggetto, e non, dunque, a prescindere dalle attestazioni rilasciate dalla competente autorità dello Stato d’origine; in secondo luogo, a procedere quindi ad un confronto tra, da un lato, le competenze attestate da tali titoli e da tale esperienza e, dall’altro, le conoscenze e le qualifiche richieste dalla legislazione nazionale, onde accertare se il soggetto abbia o meno i requisiti per accedere alla ‘professione regolamentata’ di insegnante. (Sentenza del 28 dicembre 2022 del Consiglio di Stato)

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