Stabilimento chiuso e lavoratori a casa: censurata la multinazionale che ignora i sindacati

Riconosciuta dai giudici la condotta antisindacale della società. Risarcite le organizzazioni dei lavoratori

Stabilimento chiuso e lavoratori a casa: censurata la multinazionale che ignora i sindacati

Condannata la multinazionale che ha, in sostanza, ignorato i sindacati prima di annunciare la chiusura di uno stabilimento in Italia e l’avvio della procedura di licenziamento per ben 451 dipendenti. Per i giudici è palese la condotta antisindacale tenuta dalla società. Accolto il ricorso proposto dai sindacati e mirato a porre in evidenza che i vertici della multinazionale, prima di procedere all’avvio della procedura di licenziamento con chiusura di uno stabilimento, non avevano informato le organizzazioni dei lavoratori in merito ad eventuali situazioni aziendali che potessero incidere sullo stato occupazionale – ma, anzi, in precedenti incontri avevano fornito precise rassicurazioni sulla posizione dei dipendenti – né avevano avviato le consultazioni per vagliare la possibilità di soluzioni differenti dal licenziamento. I giudici ordinano perciò alla società di revocare la procedura e di avviare le procedure di consultazione al fine di dare luogo alla concertazione prevista dalla contrattazione collettiva ed integrativa. A margine, infine, è stato anche riconosciuto ad ognuna delle associazioni sindacali un risarcimento di 50.000 euro a riparazione del danno prodotto alla loro immagine, anche in considerazione della risonanza della vicenda, portata all’attenzione del pubblico in maniera massiccia da mezzi di comunicazione a livello locale e nazionale. (Sentenza del 23 settembre 2022 del Tribunale di Trieste)

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