Licenziamento per troppe assenze: discriminatorio conteggiare anche quelle correlate all’handicap del lavoratore

Per i dipendenti assunti in categoria protetta vanno considerate solamente le assenze per eventi morbosi estranei alla disabilità

Licenziamento per troppe assenze: discriminatorio conteggiare anche quelle correlate all’handicap del lavoratore

Discriminatorio il licenziamento deciso dall’azienda nei confronti della dipendente disabile e basato sul superamento del cosiddetto periodo di comporto, superamento frutto, però, di assenze dal lavoro correlate all’handicap che affligge la lavoratrice. Ciò significa, ovviamente, nella vicenda in esame, che la lavoratrice ha non solo il diritto di riavere il proprio impiego ma anche quello di percepire dall’azienda un adeguato ristoro economico, quantificato in quasi 2.100 euro al mese per il periodo compreso tra la data del licenziamento e quella dell’effettiva reintegra in azienda. Per i giudici è logico catalogare come discriminazione indiretta nei confronti della dipendente disabile il computo, nei giorni utili per l’integrazione del periodo di comporto, delle sue assenze dal lavoro correlate all’handicap che la affligge da tempo Ciò perché per garantire l’effettiva uguaglianza dei lavoratori è necessario computare ai fini del comporto, per i dipendenti assunti in categoria protetta, solamente le assenze per eventi morbosi estranei alla disabilità, essendo quest’ultima condizione caratterizzata da un rischio maggiore di accumulare giorni di assenza. In questa ottica è irrilevante, secondo i giudici, la circostanza che il datore di lavoro non avesse conoscenza della specifica natura delle malattie della dipendente. (Ordinanza del 2 maggio 2022 del Tribunale di Milano)

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