Licenziabile la lavoratrice disabile che con le lunghe assenze per malattia supera il periodo di comporto
Rilevante il fatto che solo una parte della malattia della lavoratrice è risultata correlata al suo status di persona disabile

Esclusa, nel caso specifico preso in esame dai giudici, l’ipotesi del licenziamento discriminatorio. Ciò alla luce di due dettagli fondamentali: in primo luogo, il nesso dei periodi di malattia con lo stato di disabilità della lavoratrice; in secondo luogo, la lunga durata del periodo di comporto. A fronte della visione proposta dalla lavoratrice, la quale ha sostenuto chiaramente la tesi del licenziamento discriminatorio, i giudici hanno ribattuto che l’applicazione del periodo di comporto, previsto dal contratto, può sì dar luogo ad una discriminazione indiretta, ma tale effetto non è automatico, e può essere escluso quando, come nella vicenda in esame, il contratto prevede un periodo di comporto di lunga durata – 15 mesi nell’arco degli ultimi trenta mesi di lavoro, in questo caso – e solo una parte della malattia della lavoratrice è risultata correlata al suo status di persona disabile. (Sentenza del 12 settembre 2022 del Tribunale di Lodi)