Calciatore messo alla porta: pagate dalla società anche le mensilità tra la fine del comporto e la chiusura del rapporto

Confermato dai giudici il lodo emesso dal collegio arbitrale della Lega Calcio

Calciatore messo alla porta: pagate dalla società anche le mensilità tra la fine del comporto e la chiusura del rapporto

Sfortuna e infortuni a raffica mettono in tribuna il calciatore e mandano in crisi il suo rapporto con la società sportiva professionistica. Inevitabile la rottura, ma la società non può pensare di risparmiare qualche soldo, sostenendo di non dovere nulla all’oramai suo ex atleta per l’arco temporale intercorso tra la fine del periodo di comporto – scaturito da un infortunio lavorativo – la data di risoluzione del rapporto di lavoro. Confermato dai magistrati il lodo emesso dal collegio arbitrale presso la Lega Italiana Calcio Professionistico. Ciò significa che è stata respinta la domanda avanzata dalla società e mirata all’accertamento che nulla era dovuto all’atleta, assunto con contratto di prestazione sportiva professionistica, in relazione al periodo decorrente tra la fine del periodo di comporto – giugno 2017 – e la data di risoluzione del rapporto di lavoro – gennaio 2018 – stabilita da un collegio arbitrale adito in precedenza. In sostanza, la società dovrà pagare all’ex atleta le mensilità maturale nel periodo preso in esame e quantificate in oltre 145.000 euro. (Ordinanza 39949 del 14 dicembre 2021 della Cassazione)

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