Sottrae con la forza il cellulare della compagna per vedere rubrica e messaggi: condannato per rapina

Per i giudici il profitto illecito può consistere anche in un vantaggio di natura morale o sentimentale

Sottrae con la forza il cellulare della compagna per vedere rubrica e messaggi: condannato per rapina

Censurabile moralmente e punibile penalmente il comportamento dell’uomo che per gelosia sottrae con la forza il cellulare alla compagna o alla moglie. Sacrosanto parlare di rapina, secondo i giudici. Esemplare la decisione con cui è stato condannato un uomo, finito sotto processo per avere strappato di mano alla compagna lo smartphone. Inutile l’obiezione difensiva centrata sulla motivazione del gesto, ossia la volontà di controllare la rubrica telefonica e i messaggi presenti nel cellulare. Vero, riconoscono i giudici, l’impossessamento violento non era mirato a un chiaro scopo di lucro, ma, aggiungono, la nozione di profitto correlata al delitto di rapina non deve necessariamente concretizzarsi in un’utilità materiale. Ciò significa che si può parlare di rapina anche quando, come nel caso in esame, l’utilità consiste in un vantaggio di natura morale o sentimentale che ci si propone di conseguire dalla sottrazione e dall’impossessamento, con violenza o con minaccia, dello smartphone di proprietà della persona con cui si ha un legame. (Sentenza 45557 del 10 dicembre 2021 della Cassazione)

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