Ruota nel tombino e ciclista a terra: episodio provocato dalla sua condotta superficiale
Impossibile porre sotto accusa l’ente locale e attribuirgli la responsabilità per l’incidente subito dal ciclista

Colpevole il ciclista che, che nonostante l’andatura lenta e la buona visibilità, finisce con una ruota in un tombino e per questo cade rovinosamente a terra. Impossibile, quindi, addebitare responsabilità al Comune. Per i giudici è palese la disattenzione addebitabile alla persona danneggiata che avrebbe potuto facilmente evitare il pericolo. Su questo fronte viene sottolineato che il tombino, in cui andò ad infilarsi la ruota della bicicletta, era perfettamente visibile, in quanto di colore nettamente diverso rispetto alle pietre che costituivano il piano stradale, e, peraltro, l’illuminazione pubblica era sufficiente, essendo avvenuta la caduta subito dopo il passaggio di una processione religiosa. Rilevante, poi, anche il fatto che la persona danneggiata stava percorrendo la strada contromano, cioè sul lato sinistro. Tutti questi elementi probatori sono sufficienti per ritenere che la caduta sia stata il frutto di una disattenzione del ciclista. In conclusione, la condotta superficiale del ciclista libera da ogni responsabilità il Comune. (Ordinanza 16568 del 23 maggio 2022 della Cassazione)