Risarcito il lavoratore che ha fatto troppo ‘straordinario’

Sufficiente, secondo i giudici, che il dipendente certifichi le ore lavorate e il periodo di riferimento

Risarcito il lavoratore che ha fatto troppo ‘straordinario’

Va risarcito dall’azienda il lavoratore che si è sobbarcato negli anni un eccessivo quantitativo di lavoro straordinario. I giudici ribadiscono che la prestazione lavorativa eccedente – meglio nota come ‘straordinario’ –, che supera di gran lunga i limiti previsti dalla legge e dalla contrattazione collettiva e che si protrae per diversi anni, cagiona al lavoratore un danno da usura psico-fisica di natura. Ciò rende legittima, quindi, l’azione risarcitoria presentata dal dipendente nei confronti dell’azienda. Per dare una risposta in termini numerici, ossia per quantificare il ristoro economico in favore del lavoratore, bisogna tenere presenti, aggiungono i giudici, la gravità della prestazione e le indicazioni della disciplina collettiva. Ciò significa che il lavoratore deve solo dare prova certa del numero di ore di lavoro ‘straordinario’ che si è sobbarcato e del relativo periodo di riferimento per poter pretendere un ristoro economico dall’azienda. (Ordinanza 26450 del 29 settembre 2021 della Cassazione)  

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