Reversibilità anche ai nipoti maggiorenni del pensionato deceduto
Fondamentale però che essi vivano a carico del nonno e siano inabili al lavoro

Pensione di reversibilità anche ai nipoti maggiorenni del nonno deceduto. Fondamentale però che essi risultino vivere a carico del nonno, al momento della morte di quest’ultimo, e siano anche inabili al lavoro. Questa la presa di posizione della Corte Costituzionale, chiamata a fare chiarezza sui dubbi relativi alla norma che non include tra i soggetti beneficiari della pensione di reversibilità anche i maggiorenni orfani e interdetti dei quali sia provata la vivenza a carico del familiare pensionato deceduto. I giudici della Consulta rilevano che il rapporto di parentela tra il nonno pensionato e il nipote maggiorenne, orfano e inabile al lavoro, subisce un trattamento irragionevolmente deteriore rispetto a quello con il nipote minorenne, che a seguito di una pronuncia, risalente al 1999, della stessa Consulta, ha diritto alla pensione di reversibilità a seguito del decesso del nonno. Invece, i due tipi di rapporto appaiono in tutto e per tutto assimilabili, posto che in entrambi i casi i nipoti si trovano in condizione di minorata capacità e vivono a carico del nonno al momento del decesso di quest’ultimo. Ciò significa che è illogico e discriminatorio che i soli nipoti orfani maggiorenni e inabili al lavoro viventi a carico del familiare siano esclusi dal godimento del trattamento pensionistico di reversibilità, tanto più se si tiene conto della condizione di bisogno e di fragilità particolarmente accentuata in cui versano. (Sentenza 88 del 5 aprile 2022 della Corte Costituzionale)