Qualifica di restauratore di beni culturali: necessarie almeno 500 ore di formazione pratica di laboratorio
I giudici riconoscono la validità del criterio ulteriore indicato dalla Commissione che esamina le richieste degli aspiranti restauratori

Per l’attribuzione della qualifica di restauratore di beni culturali è legittima la decisione con cui la Commissione esaminatrice adotta anche il criterio minimo utile di 500 ore di formazione pratica di laboratorio per il conseguimento dell’iscrizione in base al titolo di studio. I giudici osservano che tale criterio – che è cosa diversa dall’esperienza professionale – è consentito dalla normativa che fa riferimento espresso alla valutazione dei titoli e delle attività, nonché alla attribuzione dei punteggi. In sostanza, la selezione non può avvenire prescindendo dalla formazione pratica effettivamente svolta, soprattutto in considerazione del delicato lavoro che gli aspiranti restauratori saranno poi chiamati a svolgere una volta ottenuta la qualifica. Peraltro, secondo i giudici, il criterio delle 500 ore di formazione pratica di laboratorio è coerente con la adeguata competenza professionale richiesta dalla normativa e con la ratio di fondo per cui in specifiche professioni, come quella di restauratore di beni culturali, è indispensabile coniugare la necessaria formazione teorica con l’altrettanto indispensabile formazione pratica. (Parere del 28 luglio 2022 del Consiglio di Stato)