Operaio fulminato da un’ischemia cardiaca: età e condizioni di salute escludono la rendita in favore degli eredi

Respinta la richiesta avanzata nei confronti dell’INAIL. Confermata in Cassazione la valutazione compiuta dai Giudici di secondo grado: escluso il nesso tra lo sforzo fisico sostenuto durante il lavoro e il decesso.

Operaio fulminato da un’ischemia cardiaca: età e condizioni di salute escludono la rendita in favore degli eredi

Operaio fulminato da un'ischemia cardiaca poco dopo avere sostenuto un grosso sforzo per trasportare a spalla alcuni mobili. La sua giovane età e le sue buone condizioni di salute, però, rendono inutile l'azione giudiziaria proposta dagli eredi e mirata ad ottenere un indennizzo dall'INAIL (Cass. civ., sez. lavoro, 3 settembre 2021, n. 23894).

Ricostruito il drammatico episodio, in primo grado gli eredi dell'operaio vedono accolta la domanda da loro presentata e «volta a conseguire una rendita» a seguito del decesso del lavoratore, fulminato da «una ischemia miocardica mentre prestava servizio alle dipendenze di una società».

In questa vicenda a risultare decisivi sono alcuni dettagli. Innanzitutto, va rilevata «l'assenza di un esame autoptico che accertasse con sufficiente grado di certezza la riconducibilità del decesso dell'operaio ad una causa di lavoro». Legittimamente, quindi, si è valorizzata la circostanza che l'operaio era «un soggetto di giovane età, in buone condizioni di salute e senza alcuna predisposizione morbosa».

Per completare il quadro, infine, «non risulta accertato alcun elemento che possa qualificare l'attività lavorativa ordinaria, così come quella svolta nel giorno del decesso, come eccedente la normale tollerabilità ed adattabilità, al punto da potersi ravvisare un rapporto diretto tra lavoro e decesso».

A fronte di questi dati di fatto, quindi, è priva di concretezza la richiesta presentata dagli eredi dell'operaio.

 

Così deciso da Cass. civ., sez. lav., ord., 3 settembre 2201, n. 23894

news più recenti

Mostra di più...